giovedì 31 maggio 2012

Nuovi sistemi di Illuminazione per bicicletta

Uno dei punti deboli della bicicletta è la sua scarsa visibilità sulle strade, specie di notte. Negli ultimi anni le luci a dinamo sono state velocemente spazzate via dagli impianti a led di tutti i tipi, solari, a batteria, ricaricabili!
Un impianto a led, oltre ad essere più luminoso è abbastanza economico e non va ad incidere sulla pedalata.
E' sempre bene verificare il tipo di batteria richiesta, molti impianti funzionano con batterie 1,5 v piccole , difficili da ritrovare e care come l'oro.


Sembra comunque che il futuro ci riserverà delle sorprese, da tempo sulla rete girano filmati di bici  con luci al led dentro le ruote e vernici cangianti che riverberano nella notte, rendendo la vostra amata bicicletta, un mezzo unico... spaziale!









martedì 29 maggio 2012

La Bandana del Ciclista

A primavera, il ciclista gode,  la natura si risveglia e gli insetti anche! Ricordo a tal proposito una vecchia barzelletta che diceva
"sai come si fa a riconoscere un ciclista felice?"
"basta vedere se ha i moscerini sui denti!"

Per un ciclista, in realtà,  gli insetti sono una vera dannazione oltre che un pasto assai sgradito. C'è poco da ridere passando dentro nuvole di moscerini che,  agitandosi dentro il gozzo, ci ricordano d'essere vivi.

E' sempre meglio tenere una bandana a portata di mano, possibilmente in cotone, che non intralci la traspirazione. In commercio sono stati esplorati tutti i modi di farvi spendere più soldi possibili... ma secondo me, la vecchia bandana di lino o cotone è insuperabile. Nei casi più disperati la potete usare anche come laccio per legare cose al telaio della bici. D'inverno vi riscalda il fiato e a primavera offre un riparo, seppur minimo, da insetti pollini e pulviscoli.

Indubbio e misterioso poi, il fascino di questo ciclista dal volto coperto che s'aggira silenzioso, come un moderno cowboy metropolitano. 

Ciclisti metropolitani
Tessuto traspirante tecnico

Maschera invernale in tessuto termico
Innumerevoli gli usi della bandana che può anche servire a nascondere i segni di una miracolosa ricrescita

lunedì 28 maggio 2012

La borraccia del ciclista

La borraccia del ciclista, quale oggetto più caro di questo segna un legame fra lui e la fatica? Come del motore nell'auto, del ciclista è la benzina! La tempesta che imperversa dentro la sua forma, è li che aspetta di incontrare la tua sete, e non si può essere superficiali nella scelta di una borraccia.
Aprite ed annusate sempre una borraccia prima di comprarla, quello è il recipiente dove conserverete la vostra acqua! La maggior parte di quelle in commercio, una volta aperte, rivelano il loro miasmi plastici che andranno a contaminare il vostro prezioso fluido vitale dopo poco tempo. Meglio quelle in allumino che vengono trattate all'interno e puzzano comunque, ma che dire.. molto meno!
Vi consiglio di lasciarla fuori qualche giorno, meglio se sotto il sole, ma ci vorrà forse più di anno per portarla ad essere inodore, graffiata e piena di acciacchi.. insomma , come la sognate!

Sul dove metterla, non vi so consigliare, potrei forse scendere nel volgare, e non mi va! Io ho preso il via a tenerla in una borsa attaccata al manubrio, dove mi torna più comodo prenderla. Con l'attacco basso, quello sul telaio, ho avuto diversi problemi. Con le vibrazioni le viti tendono a svitarsi e la borraccia cade con tutte le sue inevitabili conseguenze.

borsa del ciclilsta
Borsa con spazio laterale per borraccia
borraccia ciclista

Questa è la mia borraccia, come vedete porta una scritta che mi ricorda uno scontro frontale nel bosco! Quel giorno l'avevo messa nella sacca sul manubrio, non ero particolarmente concentrato, ma per fortuna ha fatto da cuscinetto fra me e un palo di legno che è saltato fuori all'improvviso!  ;-) 

coppi bartali borraccia
Una celebre borraccia

sabato 26 maggio 2012

allenamenti sotto controllo con Map My Ride

mapmyride ciclismo
Posso dire di essere un ciclista autodidatta. Pedalo per il puro gusto di farlo, rischio e scopro sulla pelle le mie necessità chilometro dopo chilometro. Cambio percorso a seconda di come mi sento, dal risveglio, mentre mi metto la tuta penso al percorso. Mentre sgranocchio i cereali e l'uovo bolle nel pentolino penso se sarà o no il caso di fare questa o quella strada.
Ultimamente ho cominciato a segnare i percorsi su Map My Ride proprio per vedere, grafici alla mano, il mio livello d'allenamento. Devo dire che sono rimasto stupito dalle innumerevoli funzioni che questo sito mette a disposizione gratuitamente. Non sono uno fanatico della rete, già il solo tenere questo blog mi sembra un impegno pazzesco, ma Map My Ride è molto semplice da usare, talora divertente. Dopo aver segnato i percorsi che si fanno (ottima la grafica delle mappe) è possibile condividerli.. sperando di essere stati abbastanza precisi da non aver spedito qualche ciclista dentro un fosso!
 Le statistiche indicano dislivello, pendenze, calorie bruciate e tanto altro. Lo uso più come un diario che per altro, per adesso è uno stimolo a... dare di più! Vedere che ogni settimana la percentuale d'allenamento aumenta da una certa soddisfazione, poi chissà, forse un giorno comprerò un cellulare tecnologico con cui potrò registrare in diretta i percorsi che faccio. Non più il mio mouse sgangherato, a segnare il mio percorso, ma la potenza dei satelliti a indicare la mia via!
 E' infatti possibile l'utilizzo di Map my ride con l'applicazione per smart-phone... Ma questa è un altra storia, io non ce l'ho.

Credete sia bello condividere i percorsi con tutti, o forse a volte, il bello è proprio trovarseli da soli? Lungo la via principale, vedere quel sentiero dove l'erba fiera ci segnala , una strada dimenticata... andiamo? Cosa ci sarà la dietro????... Un cinghiale!!!


Se volete aggiungermi come amico.. o seguire i miei percorsi su Map My Ride, beh , si... mi farebbe molto piacere!!
Il mio profilo su mapmyride.


venerdì 25 maggio 2012

la scelta della bicicletta

Insaponandomi sotto la doccia ripensavo alla brutta caduta appena vissuta, ed ero ormai deciso a comprare un nuovo mezzo, una nuova bicicletta con cui ripartire ancora, con più grinta di prima, fregandomene del livido sulla coscia.
Durante la settimana ho girato diversi negozi di biciclette, per farmi un idea delle nuove meccaniche in utilizzo, capire quelle da scartare in partenza e quelle da preferire. Nei centri commerciali ho ottenuto spesso più informazioni sulle offerte che sulle caratteristiche dei mezzi, ma forse anche questa è la "New Economy" e qualcosa mi sfugge.

Ho scoperto da tempo le necessità della mia pedalata, che è unica e personale. So bene che sulle salite collinari, l'ammortizzatore posteriore è stato più un impedimento che altro. Nelle discese affronto le buche semplicemente stando ritto sui pedali, con le ginocchia semi piegate, le ginocchia stesse sono i miei ammortizzatori naturali, e tutto va bene.

Nelle salite è fastidioso pedalare ondeggiando sulla molla, che, seppur regolabile, finisce sempre per coinvolgermi in un lento sali-scendi.
Escluse da subito tutte le bi-ammortizzate comincio a controllare peso/prezzo/cambio dei modelli esposti per farmi una opinione. Poi ritorno a girare, e come sempre, l'oggetto della ricerca è più vicino di quello che pensavi!

Nel negozio del mio paese entro nel tardo pomeriggio mentre aspetto l'autobus e..vedo quello che cercavo! Per puro caso, un offerta su una bici con un difetto di verniciatura che la rende unica. Leggera come una gazzella, precisa nei cambi di direzione. Freno meccanico a disco e assistenza praticamente sotto casa, non ho più alcun dubbio, apro il portafoglio... e mi lascio andare.

La mia bici che si nasconde nel cespuglio perchè non ama le fotografie
Bici Bi-Ammortizzata con molla posteriore idraulica
Ammortizzatore posteriore a Molla
Chiaramente in questo, come in altri sport, si può benissimo arrivare ad eccessi utili più a pavoneggiarsi che a durar fatica. E' da notare come già una bici di medio prezzo attuale possa subito portarvi ad un salto di categoria pazzesco.
Preferisco i freni a disco meccanici piuttosto a quelli idraulici per il semplice fatto che non voglio complicarmi le idee con cambi di olio , e spurghi del sistema frenante, che , oltre ad essere una menata, impattano troppo sull'ambiente. Meglio il vecchio filo da cambiare e re-Ciclare! ;-)
Freni a Disco Idraulici

giovedì 24 maggio 2012

Freni a Cantilever, due "fratelli gommosi"!

I freni più in uso sono quelli scientificamente chiamati "freni a cantilever" hanno seguito la mia infanzia fin dalla prima bici a rotelle! Ricordo la morsa di questi due "fratelli gommosi" nella stretta linea della lamiera del cerchione. La semplice funzionalità di questo meccanismo ha accompagnato le mille frenate della mia vita, ne è testimonianza dell'efficacia, la mia stessa sopravvivenza ai giorni d'oggi.


pattini di frenata  se induriti dal tempo o cotti dal sole, si trasformano in pezzi di pietra arenaria,  che non fa una buona presa sul cerchione. Personalmente uso comprimerli con l'unghia, nella loro massa gommosa, per controllare se sono ancora buoni,  è un gesto che mi piace, mi ricorda la mia infanzia.
Queste meccaniche hanno il vantaggio di essere economiche e leggere. E' il primo freno che si incontra nella vita, ed è così per un motivo, vanno bene per escursioni sotto il sole e nelle gite fuoripista, ma si rivelano totalmente inopportuni nel fango, sotto l'acqua, su terreni rocciosi o accidentali.
E' un passaggio inevitabile, per un ciclista in crescita, l'opportunità di passare ad un sistema frenante a disco , idraulico o meccanico.
E' ancora vivo nella mia mente il ricordo di quel tornante nella tempesta nei pressi di Vinci, dove mi accorsi dell'inefficacia dei pattini, sul cerchione sporco di fango. Il lento scivolare della bici a valle, si risolse con una caduta di salvataggio sul terreno fangoso di quella bella campagna toscana.


Seduto nella melma, guardavo il paesaggio della cipresseta negli effluvi della pioggia a strapiombo sotto di me, mi resi conto che la bici regalata da mia nonna non era più al passo delle mie ambizioni. Era ora di farla entrare nella "Hall Of Fame" del mio garage incasinato. Era ora di comprare una nuova bicicletta.

Bici Old School e Freni a Bacchetta
Pattini di frenata da MBK
Regolazione dell'inclinazione del pattino di frenata
Regolazione altezza del pattino di frenata

mercoledì 23 maggio 2012

Freni a contropedale e Dutch bike

I freni sulle biciclette sono svariati e molteplici. In alcuni paesi del Nord Europa come l'Olanda è comune usare quelli con il contropedale. Il sistema è in pratica un mozzo frenante che si aziona con i pedali. Viene da pensare che il successo di questo tipo di sistema in questi posti possa essere attribuito alle condizioni climatiche avverse. La frenata su queste è molto dolce ed evita eventuali scivoloni su strisce pedonali od altro. Qui da noi è scarsamente diffuso, d'altro canto è difficile utilizzare questo meccanismo sulle ciclabili italiane, spesso inesistenti, con gradini ed imprevisti dietro ogni angolo.  
Su questo tipo di sistema è assai difficile, se non impossibile la regolazione in quanto le meccaniche sono all'interno del mozzo della ruota stessa.
Fortunatamente non ho avuto mai bisogno di intervenire su questo sistema di frenata, specialmente in quei giorni ad Amsterdam, capii dal primo coffee shop in poi , che sarebbe stato meglio non cimentarsi in alcun intervento meccanico sulla massiccia "Dutch Bike" appena noleggiata.

Il mezzo era talmente pesante che comunque frenava da solo alla prima salita , lungo qualche canale, o era solo un impressione, o forse, mi ero perso un po in un enigmatico circolo dei miei pensieri.
Con la canna nella mano , libera dalla leva del freno, respiravo la prima brezza del mattino nella pace della ciclabile deserta, ed era stupendo sognare di essere nella mia città.



bici sul canale
Bici Old Style che fa molto fico con frenata a tamburo, Holland
Dutch Bike su di un canale mentre piove

 Rasta Man su di una ciclabile

martedì 22 maggio 2012

Sindrome del facocero

E' sempre bene tenere alta la concentrazione quando si pedala, questa è la prima regola per diventare un ciclista. O almeno, per rimanere un ciclista "vivo" bisogna tenere conto di tante piccoli accorgimenti. Brunello proprio nei giorni in seguito alla caduta stila una lista di cose da tenere in considerazione per non trovarsi di nuovo dentro un fosso.
Questo elenco è ancora appeso sul frigorifero, di fianco un calendario dove tiene nota degli allenamenti e giorni in cui è caduto o si è fatto male per via di salti della catena o della scarsa regolazione del cambio. Sebbene possa sembrare una cosa macabra, lo aiuta a capire l'origine del problema. Lo stato psicologico incide molto sul livello di attenzione "al manubrio", è quindi un bene pianificare l'allenamento e i giorni di riposo con cura se non si vuole correre il rischio di scivolare nella sindrome del facocero che, nei casi più gravi, termina con l'allontanamento a tempo indeterminato dall'amata due ruote.
Questo particolare stato psicofisico interviene nel ciclista a seguito di varie ed eventuali. I sintomi sono: pesantezza, dolori articolari, senso di smarrimento. Una scarsa cura delle strategie e della pianificazione degli allenamenti hanno talvolta minato il percorso di questo Brunello, che è prima di tutto un uomo, peccatore per attitudine. Sbadato per pigrizia, temerario nei giorni di sole.

Ex Ciclista oggi facocero in una riserva
Altro Ex ciclista che si crogiola nel brodo delle sofferenze da lui stesso evocate

lunedì 21 maggio 2012

Brevi cenni storici

Brunello, 30 anni, era un asmatico collezionista di video game. Nella sua infanzia ha sconfitto pirati, abbattuto caccia bombardieri, e collezionato bonus di tutti i tipi. Senza mai uscire dalla sua cameretta, se non per andare al negozio di Video game; pare abbia anche militato nella Nba di Michael Jordan e guidato una Ferrari da formula uno.
Nel suo destino l'incontro con il velocipede lo ha reso sicuramente una persona più estroversa e socievole, ed è riuscito perfino a rendere un ricordo le crisi asmatiche che lo tartassavano dalla tenera età infantile. La sua capacità bronchiale è aumentata, e non ha bisogno di prendere antibiotici ormai da anni. 
Una cosa che un automobilista non potrà mai capire è quanto ci si senta partecipi e reali nel mondo, quando il guscio esterno non è una lamiera, nè le proprie insicurezze, ma la natura che avvolge e ti solletica la pelle.
Talvolta impavidi conducenti di autoveicoli gli sfrecciano di fianco, forse per fargli capire le brezza della loro velocità petrolifera. Ma niente lo tocca più.
Non ha bisogno di insegnamenti da chi non conosce le fatiche della salita. Non ha bisogno di sorprendersi, della velocità dei loro loculi ambulanti. Splendenti, accessoristi, sarcofagi dell'impero ormai in declino, lo sfiorano, gli sfanalano, strombazzano da dietro. 
Ignorandoli, li teme, comunque, si ingegna perché non vuole subire fratture scomposte che gli impedirebbero di pedalare. Ha quindi imparato a tenersi ben in vista fino all'avvicinarsi di nuove automobili. Si sposta sulla destra quando ormai sente il rumore a poca distanza, si veste di catarifrangenti e luci al led per non offrirgli scusanti. Sa bene del pericolo che si corre ad affidarsi alla carreggiata e al buon senso di questi scellerati tonni in scatola, quindi, preferisce il fango, le strade sterrate, e le vie più difficili e solitarie. La bicicletta non è un automobile, il conducente fa ancora la differenza. La velocità non conta se pedali per te stesso, il tempo non ha più importanza, talvolta pare tornare indietro se s'allunga un po la strada.
Nel giugno del 2002 sbaglia clamorosamente l'approccio con una curva, e disarcionato dal suo mezzo, si trova riverso dentro un fosso con un grosso bernoccolo sulla fronte. Scopre così l'importanza del casco e della prudenza levandosi pruni di more dal volto.


domenica 20 maggio 2012

Chi sono

Brunello, 30 anni, un passato da fancazzista, cambiando sport alla spasmodica ricerca di una valvola di sfogo dove convogliare l'energia che s'accumula, scopre la bicicletta.
E' il febbraio del 99, girando per casa , con la testa in subbuglio per via della scuola, del lavoro e di qualche pischella che non corrisponde il suo amore, Brunello incrocia sua nonna sul pianerottolo di casa, di ritorno dalle poste. E' l'inizio del mese ed ha appena ritirato la pensione.
"Ma cosa fai con quella faccia da pesce lesso? Vai a farti una girata."
"Ma dove?"
Allungandomi gli ultimi fogli di vecchie Lire che avrei visto da li a breve, sentenzia:
"Vatti a comprare una bicicletta e pedala.. vai vai, caro."
E non ho più smesso di pedalare.
Brunello abita a Montespertoli, fra filari di viti muove la sua bici, aspetta che l'uva maturi, e parla di sè in terza persona.


Castello di Poppiano 
San Vincenzo a Torri